Neolitico

6.500 - 3.400 a.C.

Le testimonianze più importanti del Neolitico nel Vicentino provengono dalle aree umide lacustri dei Berici e in particolare dalle Valli di Fimon. Qui si svilupparono villaggi di capanne su bonifica, i cui abitanti praticavano l’agricoltura e l’allevamento accanto alle tradizionali attività della caccia e della raccolta.

Da Ca’ Bissara di Pojana Maggiore e Pianezze di Arcugnano provengono strumenti in selce e vasellame in ceramica del Neolitico antico.

Nel Neolitico medio si sviluppò sulle sponde del lago di Fimon l’insediamento di Molino Casarotto, con capanne costruite su terreno consolidato con tronchi (bonifica), dotate di focolari e aree dei rifiuti, contenenti tra l’altro cumuli di conchiglie, resti di pesci e di tartarughe che testimoniano lo sfruttamento delle risorse alimentari del lago.
Tra i numerosi materiali rinvenuti si segnalano bicchieri a bocca quadrata in ceramica fine, grandi vasi a bocca rotonda in impasto grossolano, macine a sella, asce in pietra verde levigata, strumenti e punte di freccia in selce.

Il Neolitico recente è infine documentato da materiali litici e ceramici da Le Fratte di Arcugnano e da Villa del Ferro.



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