Il Seicento e il Settecento

Dal 1580 al 1630 l’arte pittorica locale fu dominata dalla bottega tardomanieristica dei Maganza, artisti impegnati a realizzare prevalentemente opere di soggetto sacro per oratori e chiese vicentine. Gli anni segnati dalla terribile pestilenza del 1630 costituirono una svolta in ambito artistico, lasciando libero il campo ai protagonisti di un’autentica evoluzione della pittura vicentina: dal manierismo si passò alla teatralità barocca di Francesco Maffei e al classicismo di Giulio Carpioni, per giungere ad un “particolare eclettismo, nutrito di bizzarria e sapienza di copista” (Villa) di Pietro della Vecchia.

Nella pittura del Seicento il colore svolse un ruolo di primo piano, dando forma alle masse in forza della luce proveniente dall’oscurità degli sfondi: è questa la novità del linguaggio di Caravaggio, che prese piede in Italia e che affascinò anche gli artisti stranieri in visita nelle città italiane (tra tutti Antoon van Dyck, di cui il Museo conserva un eccezionale capolavoro, Inv. A 288). Il disegno recupererà importanza rispetto al colore negli anni successivi, grazie ad alcuni grandi pittori, tra cui il napoletano Luca Giordano che, attorno alla metà del Seicento, diede avvio a Venezia all’arte dei “tenebrosi”. L’intensa drammaticità e i forti contrasti chiaroscurali dei lavori di questi artisti, di cui esponente di spicco fu Giambattista Piazzetta (come dimostra la tela con l’Estasi di san Francesco custodita in Pinacoteca, Inv. A 105), lasceranno spazio, nel corso del Settecento, alla luminosità intensa e ai colori vivi e brillanti dei “chiaristi”. Le opere di Giambattista Tiepolo, tra cui l’Immacolata concezione del Museo vicentino (Inv. A 107), sono la testimonianza più alta di questo nuovo linguaggio.

Tra Seicento e Settecento mutarono, rispetto alle epoche precedenti, anche i soggetti delle opere d’arte: non solo episodi sacri, ma anche scene storiche e mitologiche, immagini allegoriche e una serie di dipinti di “genere” - nature morte, battaglie e paesaggi - richiesti dai collezionisti privati per abbellire le loro sontuose abitazioni, come attesta la tela di Marco e Sebastiano Ricci conservata in Museo (Inv. A 269).

Galleria Immagini

Antoon Van Dyck "Le quattro età dell'uomo" Francesco Maffei "Glorificazione del podestà Girolamo Priuli" Giulio Carpioni "Glorificazione del podestà Vincenzo Dolfin"
Pietro Liberi "Venere adornata dalle Grazie" Luca Giordano "Nozze di Cana" Antonio Bellucci "La Famiglia di Dario dinanzi ad Alessandro"
Elisabetta Marchioni "Composizione floreale con cesta e ghirlande" Giambattista Piazzetta "Estasi di san Francesco" Giambattista Tiepolo "La Verità svelata dal Tempo"
Cornelio Dusman "Paesaggio con animali e nudo" Giambattista Pittoni "Diana e le ninfe" Sebastiano Ricci "Prospettiva di rovine con figure"