Dalla caduta della Repubblica di Venezia al Lombardo-Veneto

Gli avvenimenti rivoluzionari della fine del '700 causarono, fra l'altro, anche la caduta della Repubblica di Venezia. Questa non aveva più la forza militare e politica di un tempo e si era quindi trovata ad essere particolarmente esposta a subire i colpi delle lotte franco-austriache del 1796-97.

I territori della Repubblica erano stati liberamente e ripetutamente attraversati ed occupati dagli eserciti belligeranti, tanto più che Venezia, avendo proclamato la neutralità disarmata, non poteva difenderli.

Napoleone, già saldamente insediato a Verona, colse il pretesto di movimenti insurrezionali anti-francesi in quella ed altre località del Veneto per fare minacciosamente avanzare il suo esercito verso la laguna e bastò questa mossa per determinare la caduta del vecchio regime che si sfasciò senza resistere.

A Vicenza la caduta dell'antico ordine avvenne il 26 aprile 1797 quando Girolamo Barbaro, ultimo Governatore della Repubblica, lasciò la città. Il giorno successivo vi entrarono le truppe francesi del generale La Hoz e la loro presenza avviò la costituzione di pubblici ordinamenti ispirati alle dottrine rivoluzionarie. Nel contempo alla città venne imposta una pesante contribuzione di guerra ammontante a 4.000.000 di lire Venete, la prima di numerose altre, nonchè requisizioni di ogni genere cui si aggiunse l'obbligo di provvedere al mantenimento della guarnigione francese.

Con il trattato di Campoformio del 17 ottobre 1797, che sanciva la scomparsa della Repubblica di Venezia, i territori veneti con l'Istria e la Dalmazia passarono all'Austria.

 

Bottoni con l'emblema repubblicano della città. Governo Municipale di Vicenza, 1797

 

 

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