Paesaggio con fiume e mulino

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AutoreCarlo Eismann Brisighella
Periodo(Venezia 1679 - Verona ?)
SupportoTela, 120x171
InventarioA 284
Autore della schedaElisabetta Antoniazzi Rossi

Descrizione figurativa

Allievi e figlio adottivo del pittore salisburghese Johann Anton Eismann, ne adottò il cognome alla morte del maestro, generando in questo modo non poca confusione, essendo entrambi pittori di paesaggio, di battaglie e di vedute ideali. In questo caso comunque la critica attribuisce unanimemente l'opera al figlio, per quello scarto di luminosità ed armoniosità di colore che lo distingue dal padre adottivo.
Su un chiaro sfondo in cui il fiume sembra confluire nel cielo colorato di nuvole rosa, si stagliano imponenti antiche rovine, tra cui un mulino in abbandono. Contrastano il senso di inquietudine che queste oscure rovine ingenerano nello spettatore la grande vivacità di vita che ferve tra le persone e gli animali che animano il quadro in primo piano, tutti impegnati in qualche attività.

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Provenienza

registrato dal 1902

Restauri

1995-1996, Paolo Bacchin

Inventari

1902: c. 86, 388 (423). 31. Paesaggio con macchiette. Tela ad olio. Alto 168, largo 118. Ignoto. Screpolato. Deperita; 1907: c. 42, (423). Ignoto. Paesaggio con macchiette. Tela, 1.68x1.18; 1908: 423 (284). Ignoto. Paesaggio con macchiette (tela, 1.68x1.18). Nel 1908 si trova nella prima stanza a destra; 1910-1912: 284 (290). Non è pubblicato nel catalogo Barbieri. Numerazione vecchia: 423 numerazione della Commissione d’inchiesta 1908; 388 catalogo 1902; 284 catalogo 1912; 184 catalogo 1940; 284 inventario 1950. Collocazione: sala dei paesaggi. Forma e incorniciatura: rettangolare con cornice dorata. Dimensioni: largo 1.68, alto 1.18; inventario 1950 1.21x1.71. Materia e colore: tela ad olio. Descrizione: Paesaggio con molte figurine e un fiume nella sfondo. Autore: ignoto veronese; catalogo 1912 ignoto veronese; catalogo 1940 ignoto veronese; inventario 1950 ignoto veronese secolo XVIII.

Descrizione tecnica

Già attribuito da De Logu a “pittore veronese” (1930), il dipinto è stato correttamente restituito a Carlo Brisighella da Antonio Paolucci (Ballarin An., 1982, p. 166). Allievo nonché figlio adottivo del pittore salisburghese Johann Anton Eismann, Brisighella, alla morte del maestro, lasciato “il cognome del padre naturale, prese quello del padre adottivo sotto il quale fu sempre conosciuto” (Zannandrei, 1891, p. 339). Ciò generò una certa confusione tra i due artisti dediti entrambi alla pittura di paesaggio, alla veduta ideata e alle battaglie. In realtà l’appartenenza del dipinto ad un gruppo omogeneo di grandi paesaggi inscenanti ampie vedute fluviali con mulini, ruderi e qualche monumento reale, assegnabili all’ultimo periodo di attività di Eismann in collaborazione con l’allievo Brisighella, è intuizione di Safarik già resa nota nello studio monografico su Johann Anton Eismann (1976, p. 69, cat. 15, 47-56, 68, ill. 25-38). Lo studioso, attribuendo ad Eismann e Brisighella il nucleo già assegnato da De Logu a “maestro veronese”, comprendente anche sei paesaggi citati da Dal Pozzo in collezioni veronesi, notava che tale gruppo di dipinti meritava “il maggiore interesse, in particolare per le sue indubbie qualità pittoriche” (Safarik, 1976, p. 70).

“Operò Carlo sullo stile del maestro - scriveva Zannandreis - avvantaggiando però nella vaghezza e proprietà del colorito” (1891, p. 339). Le opere di Brisighella si distinguerebbero dunque per una maggiore luminosità e armoniosità di colore, caratteri in effetti riscontrabili in quest’opera così come in tutte quelle assegnate al cosiddetto “maestro veronese”, e assenti invece nelle composizioni prettamente seicentesche e di stampo strettamente nordico di Eismann, quali ad esempio le tele giovanili di Monaco o quelle della maturità conservate a Kromeriz (Safarik, 1976, pp. 127-129, ill. 14-18). Il taglio spaziale e la luminosità indicano come epoca più probabile di realizzazione i primi decenni del settecento, quando tra l’altro Eismann era già morto e Brisighella viveva a Verona (Dal Pozzox, 1718, pp. 196-197; Zannandreis, 1891, p. 339) dove aveva tutto l’agio di copiare motivi del paesaggio locale e inserirli nelle sue vedute di fantasia.

Il dipinto costituisce una pregevole variante del Paesaggio con un mulino già in collezione Zecchini di Milano (Safarik, 1976, p. 134, ill. 30). L’identità di misure e di collocazione cronologica con il Paesaggio con arco trionfale e monumento equestre cat. 340 A 283 di Luca Carlevarijs, coetaneo e pure lui allievo e collaboratore di Eismann nei primi anni del soggiorno veneziano (Antoniazzi Rossi, 1977, p. 127), induce a ipotizzare che le due opere costituiscano un pendant.

Bibliografia

Ongaro, 1912, p. 99 (ignoto veronese); De Logu, 1930, ill. 197; Arslan, 1934, p. 25 (ignoto veronese); Fasolo, 1940, pp. 149, 151 (ignoto veronese); Safarik, 1976, p. 74, cat. 68; Ballarin An., 1982, p. 166; Roio, 1989, p. 731; Fantechi, in Splendori…, 1996, p. 199, cat. 63; Villa, in Palazzo Chiericati…, 2004, p. 76.

Esposizioni

Passariano, 1996, p. 199, cat. 63.

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