Paesaggio con gregge e pastore

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AutorePhilipp Peter Roos, detto Rosa da Tivoli
Periodo(Francoforte 1655/1657 - Roma 1706)
SupportoTela, 120,5x172
InventarioA 534
Autore della schedaAlberto Craievich

L'opera appartiene ad una coppia di tele.
Consultare anche Inv. A 533

Animali e pastori occupano il primo piano delle due composizioni che si aprono su ariosi paesaggi, chiusi all’orizzonte dal profilo di colli coronati da borghi e castelli. L’equilibrata disposizione degli animali e delle figure nella campagna e la pennellata fluida, che rende la differenza dei velli, documentano la sensibilità dell’artista.

Il giovane Philipp fu iniziato al genere del paesaggio dal padre pittore: giunto a Roma, si dedicò a  vedute della campagna laziale. Si trasferì poi a Tivoli - da cui il soprannome - dove si specializzò come pittore di animali. Queste due tele in pendant documentano la fortuna dell’artista anche in Veneto.

Descrizione figurativa

Questa tela di Philipp Peter Roos, detto Rosa da Tivoli (1655/1657-1706) appartiene ad un diffuso genere di opere che hanno preso a soggetto l'agro romano con il suoi ariosi paesaggi, chiusi da colline sormontate da borghi e castelli. In questo caso il pittore ha voluto rappresentare un piccolo gregge, sorvegliato da un giovane pastorello, steso a terra con a fianco un cane, suo fedele aiutante. La disposizione equilibrata delle pecore, rappresentate attraverso un sapiente gioco di luci come differenziate nei velli danno ragione della grande sensibilità pittorica dell'artista, che proprio alla specializzazione dei temi buculici, in particolare laziali, deve addirittura il soprannome di Rosa da Tivoli.

Descrizione audio

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Cartellini

s.d.1 D-16 […]/ Roos - Paesaggio […]; 1949-1950 N. 534/ Attr. a Filippo Roos/ Paesaggio con gregge e pastori/ tela 118x165; 1954 85[…]; su cartoncino bianco, a penna con inchiostro nero Proveniente/ dalla Prefettura; su carta bianca, con pennarello ad inchiostro nero Vicenza - Municipio/ Salone Giunta - Roos - Paesaggio/ (tela)/ N. 11; sul telaio, con pennarello nero 416

Provenienza

registrato dal 1873

Restauri

2003, Renza Clochiatti

Inventari

[1873]: Stanza a mattina di prospettive, paese ed animali, parete III, 33. Roos Filippo nato 1655, morto 1705. Paesaggio; 1873a: c. 2, 30. Filippo Roos. Animali; 1873b: c. 2, 30 (33). Filippo Roos o Rosa da Tivoli nato 1655, morto 1705. Paese con animali; 1902: c. 85, 381 (416). 24. Paese con animali. Tela ad olio. Alto 1.60, largo 1.80. Filippo Roos. Non buona. Deperita; 1907: c. 41, (416). Filippo Roos, figlio ed allievo di Giovanni Enrico, nacque in Francoforte nel 1655; nato pittore ed educato in una famiglia d’artisti sviluppò il suo talento; si stabilì in Roma ove fece vita travagliata e vi morì nel 1705. Paese con animali [pecore aggiunto a matita]. Tela 1.60x1.80; 1908: 416 (571, 534). Filippo Roos. Paese con animali (tela, 1.60x1.80). Nel 1908 si trova nella prima stanza a destra. Nel 1873 si trovava nella stanza dei paesaggi al n. 33; 1910-1912: 534, aggiunta 1954. Numerazione vecchia: 534 inventario 1950. Provenienza: legato Paolina Porto Godi. Forma e incorniciatura: rettangolare. Dimensioni: m 1.18x1.65. Materia e colore: tela dipinta ad olio. Descrizione: Paese con gregge e pastore. Autore: 1950 Filippo Roos?

Descrizione tecnica

I due paesaggi formano un pendant per tema, autore e dimensioni e pertanto si può ipotizzare che siano giunti entrambi nella sede attuale con il lascito di Paolina Porto Godi del 1825; tuttavia solamente uno (cat. 257 A 533) è perfettamente identificabile negli elenchi di quel legato, mentre il secondo (cat. 258 A 534) si riscontra con certezza negli inventari museali solo a partire dal 1873.

Si è ritenuto facessero parte della collezione di Carlo Cordellina (Schiavo2, 1990) ma la mancanza di precisi riscontri documentari non consente di avvalorare in modo convincente simile ipotesi, come invece avvenuto per i due ovali con caprette e somarello anch’essi attribuiti a Rosa da Tivoli (cat. 259 A 276; cat. 260 A 278). Il riferimento a Roos, che si evince ancora dal primo catalogo della Pinacoteca (1855), non è mai stato messo in discussione. Si tratta infatti di due opere di alta qualità, che tradiscono, tanto nell’impaginato paesaggistico quanto nella fattura degli animali, un’aria inequivocabilmente romana. La buona riuscita della composizione è garantita dal perfetto rapporto di equilibrio tra figure e campo, avvertibile nell’attenta disposizione degli animali e delle figure all’interno della campagna circostante. Dal punto di vista formale si tratta di opere qualitativamente superiori rispetto ai ricordati ovali, come si ravvisa da un semplice confronto nella definizione degli animali, che nel nostro caso è eseguita con un segno morbido e fluente ma mai approssimativo, attento anche alla resa tattile dei diversi velli delle capre o delle pecore. Anche i due inserti figurativi, come il pastorello pensieroso visibile sulla sinistra della seconda tela oppure il brano del cavallo carico di merci col suo accompagnatore, tradiscono una perizia esecutiva che permetterebbe di riferire l’esecuzione dei dipinti a Roos in persona. Alcuni riferimenti formali e compositivi con opere sicuramente attribuite a Rosa da Tivoli confermano una simile ipotesi. Il dipinto raffigurante Paesaggio con gregge e pastore, ad esempio appare estremamente simile ad un analogo soggetto ora alla Residenzgalerie di Salisburgo (Jedding, 1998, cat. 298), mentre il Paesaggio con gregge, pastore e cavallo, salvo alcuni cambiamenti, risulta speculare, anche nelle dimensioni, ad una tela già sul mercato antiquario olandese (Jedding, 1998, cat. 309).

Le opere in questione, assieme alle straordinarie Scene pastorali del Museo di Castelvecchio a Verona (Marinelli, in La pittura…, 1978, pp. 189-191); e all’Abbeveramento del bestiame di Labano della collezione di Pietro Garzoni a Venezia inciso da Pietro Monaco (Apolloni, 2000, p. 284), sono le poche testimonianze, attualmente conosciute, che documentano la fortuna di Roos in Veneto.

Bibliografia

Magrini, 1855, p. 58, n. 23; Barioli, in Il Restauro a Vicenza…, 1972, p. 115, n. 186; p. 150, cat. 6; p. 117, n. 189; p. 150, cat. 7 (Filippo Roos detto Rosa da Tivoli); Ballarin An., 1982, p. 127; Schiavo2, 1990, p. 349, cat. 6.19; Bottacin, in Carlo Cordellina…, 1997, p. 269.

Esposizioni

Vicenza 1990, p. 349, cat. 6.19.

Quest’opera appartiene al percorso: