Martirio di santo Stefano

Ricerca opere

AutoreLuca Giordano
Periodo(Napoli 1634 - 1705)
SupportoTela, 127x180
InventarioA 452
Autore della schedaRuggero Rugolo

Descrizione figurativa

Quest'opera, di impianto orizzontale, rappresenta il momento esatto in cui il diacono Stefano, in vesti sacerdotali, assalito da una torma di energumeni armati di pesanti pietre, sta per essere massacrato e per ricevere contemporaneamente la corona dei martiri da uno degli angeli scesi dal cielo.
E' una scena dal vivace dinamismo, in cui varie azioni si svolgono nello stesso tempo: i lapidatori, seminudi e muscolosi a rappresentare la forza bruta, Stefano che alza il braccio per difendersi, ma con lo sguardo già rivolto al cielo, gli angeli che fanno capolino tra le nuvole, pronti a coronarlo. Dinamismo che sottolinea la drammaticità del momento e l'alto significato morale dell'avvenimento.

Descrizione audio

Ascolta

Provenienza

legato Carlo Vicentini Dal Giglio, Vicenza 1834

Restauri

1985, Alda Bertoncello

Inventari

1834: 247. Luca Giordano. Lapidazione di santo Stefano ad imitazione di Tintoretto, in tela senza cornice. Lire 240; [post 1834]: 35. Luca Giordano. Lapidazione di santo Stefano, 175; 1854: 175. 1.30. 1.85. Luca Giordano. Martirio di santo Stefano; [1873]: Stanza di Pio VI, prima stanza a tramontana, parete a destra dello ingresso, 13. Luca Giordano con insolita maniera nato 1632, morto 1704. Martirio di santo Stefano; 1873a: c. 4, 13. Luca Giordano nato 1632, morto 1704. Martirio di santo Stefano; 1902: c. 8, (32). 32. Martirio di santo Stefano. Tela. 1.30x1.80. Luca Giordano. Buono. Buona. Legato Vicentini; 1907: c. 4, 32 (32). Cavalier Luca (detto fa presto) nacque a Napoli nel 1632 e vi morì il 12 gennaio 1705, fu scolaro di Giuseppe Ribera. Martirio di santo Stefano, tela 1.30x1.80. Legato Vicentini; 1908: 32 (417, 452). Luca Giordano. Martirio di santo Stefano (tela, 1.30x1.80). Nel 1908 si trova in sala. Nel 1873 si trovava nella stanza del re al n. 13. Nell’inventario di consegna della Pinacoteca al Museo dell’anno 1854 porta il n. 175 e le dimensioni: 1.30x1.85. Pervenne alla Pinacoteca nel 1834 per legato Vicentini Dal Giglio col n. 247 e le indicazioni: Luca Giordano (imitazione dal Tintoretto), Lapidazione di santo Stefano, tela senza cornice, 1.80x1.28; 1910-1912: 452. Numerazione vecchia: 32 numerazione Commissione d’inchiesta 1908; 32 catalogo 1902; 13 catalogo 1873; 175 inventario di consegna 1854; 247 n. del legato; 452 inventario 1950. Provenienza: legato Vicentini Dal Giglio 1834. Forma e incorniciatura: rettangolare con cornice dorata. Dimensioni: alto m 1,30, largo m 1,80; 1950 1.27x1.80. Materia e colore: tela. Descrizione: Martirio di santo Stefano. Autore: Luca Giordano?; imitazione di una composizione del Tintoretto; inventario 1950 Luca Giordano.

Descrizione tecnica

Questo dipinto di formato orizzontale entra nelle raccolte del Museo nel 1834 come parte del legato Vicentini Dal Giglio e con l’assegnazione a Luca Giordano “ad imitazione di Tintoretto”.

L’autografia giordanesca fu avvalorata negli inventari successivi fino al 1910, dove viene accettata dubitativamente. Nelle monografie sull’artista di Ferrari-Scavizzi del 1966 e del 1992 quest’opera invece non appare. Come indica l’inventario del legato del 1834, l’“imitazione di Tintoretto” parrebbe riferirsi (ma vi si riscontra soltanto una vaghissima assonanza) alla pala di formato verticale conservata nella chiesa di San Giorgio Maggiore a Venezia con il medesimo soggetto, che ora è giudicata dalla critica opera frutto della collaborazione di Jacopo con il figlio Domenico e la bottega (Pallucchini-Rossi, 1982, I, pp. 253-254, cat. A111).

Elementi di stretta contiguità con opere di Giordano si riscontrano, invece, nella Santa Lucia condotta al martirio già nella Galleria Canessa di Milano (1657 circa; Ferrari-Scavizzi, 1992, I, p. 259, cat. A52) per la struttura della composizione ed in particolare per il carnefice posto di spalle in primo piano, lì nell’atto di trascinare la santa, qui in quello di scagliare una pietra contro il diacono Stefano. Il personaggio con l’alto turbante, posto a sinistra, si ritrova poi molto simile nella figura di Pilato del Cristo innanzi a Pilato (1660) in collezione privata romana, e nel Cristo dell’Ecce Homo della Pinacoteca di Brera a Milano (1959-1960) (Ferrari-Scavizzi, 1992, I, p. 262, cat. A78; p. 263, cat. A82). Vi è peraltro il medesimo dinamismo, un po’ convulso, che si riscontra nel Cristo che scaccia i mercanti dal Tempio del Bob Jones University Museum di Greenville in South Carolina (1660 circa; Ferrari-Scavizzi, 1992, I, p. 262, cat. A81), un dinamismo che nella tela vicentina si stempera in un’atmosfera meno sfumata, in una materia più liquida e filante che spingerebbero a collocarne l’esecuzione da parte di Giordano verso la fine degli anni sessanta del seicento, quando il pittore è ancora suggestionato dalla tradizione veneziana e nella fattispecie tintorettesca.

Bibliografia

inedito.

Quest’opera appartiene al percorso: