Betsabea al Bagno

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AutorePietro Liberi
Periodo(Padova 1614 – Venezia 1687)
SupportoTela, 174,5x224
InventarioA 304
Autore della schedaAlberto Craievich

Il quadro, precedentemente interpretato come Bagno di Diana, raffigura, in realtà, l'episodio biblico di Betsabea che, assistita dalle ancelle, si accinge al bagno. Si può escludere l’identificazione con Diana sia per l’assenza del crescente lunare, tradizionale attributo che compare sempre sulla fronte della dea, sia per la presenza del messaggero che sopraggiunge con una missiva, allusiva al futuro incontro di re Davide con Betsabea.

Anche se la scena è di carattere sacro, offre all’artista il pretesto per indugiare sull’aspetto erotico, in linea con le tematiche libertine che la cultura francese aveva portato in Laguna.

Descrizione figurativa

Il dipinto ritrae la biblica Betsabea che, assistita dalle ancelle, sta facendo il bagno, naturalmente seminuda; in questa situazione la intravvede il re Davide il quale, invaghitosi perdutamente, pur sapendola moglie di dei suoi soldati, Uria, stringe con lei una carnale relazione, mettendola incinta. Per mascherare questo evento, fa richiamare dalla guerra Uria, ordinandogli di giacere con la moglie, ma avendone ricevuto un netto rifiuto, lo rimanda in guerra, raccomandando ai suoi generali di schierarlo in prima fila: in tal modo Uria verrà ucciso e Davide potrà sposare Betsabea, da cui avrà due figli, il primo dei quali morirà per la punizione del suo peccato, mentre il secondo sarà Re Salomone. Pur presentando un avvenimento biblico, quindi a tema sacro, il dipinto si caratterizza per un'impronta tipicamente libertina, che nel corso del 17° secolo la cultura francese aveva esportato anche a Venezia.

Descrizione audio

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Provenienza

legato Paolina Porto Godi, Vicenza 1825-1831

Restauri

2003, Renza Clochiatti Garla

Inventari

1826: 13. Camera a mattina sopra la corte. Bagno di Diana. Pietro Liberi. Lire 15; 1831: 57. Stanza detta delle Commissarie. Pietro Liberi. Bagno di Diana, grande. Galleria Porto, n. 4321 del 1826, 68; [post 1834]: 32. Pietro Liberi. Il bagno di Diana, 141; 1854: 141. 2.15. 2.60. Pietro Liberi. Bagno di Diana; [1873]: Sala, parete della porta principale della sala. 37 (36). Liberi Pietro nato 1605, morto 1687. Bagno di Diana; 1873a: c. 1, 37. Pietro Liberi nato 1605, morto 1687. Bagno di Diana; 1902: c. 10, 50 (43). 43. Bagno di Diana. Alto 1.80, largo 2.40. Maniera di [aggiunto] Pietro Liberi. Buono. Buona; 1907: c. 5, 43 (43). Maniera di Pietro Liberi. Bagno di Diana. Tela, 1.80x2.40; 1908: 43 (304). Maniera di Pietro Liberi. Bagno di Diana (tela, 1.80x2.40). Nel 1908 si trova in sala. Nel 1873 si trovava in sala al n. 37 coll’attribuzione a Pietro Liberi. Nel catalogo a stampa del Magrini dell’anno 1855 porta il n. 1 e l’attribuzione a Pietro Liberi. Nell’inventario di consegna della Pinacoteca al Museo dell’anno 1854 porta il n. 141 e l’attribuzione a Pietro Liberi, 2.15x2.60. Pervenne alla Pinacoteca nel 1826 per legato Paolina Porto Godi col n. 13 e le indicazioni: Pietro Liberi, Bagno di Diana; 1910-1912: 304 (310). Numerazione vecchia: 43 numerazione della Commissione d’inchiesta 1908; 50 catalogo 1902; 37 catalogo 1873; 1 Magrini catalogo a stampa 1855; 141 inventario di consegna 1854; 13 n. del legato 1826; 304 catalogo 1912; 304 catalogo 1940; 304 inventario 1950. Provenienza: legato Paolina Porto Godi 1826. Collocazione: salone centrale. Forma e incorniciatura: rettangolare con cornice dorata. Dimensioni: alto m 1.80, largo m 2.40; inventario 1950 1.75x2.25. Materia e colore: tela ad olio. Descrizione: Il bagno di Diana. Autore: Pietro Liberi; (maniera di Pietro Liberi); catalogo 1912 maniera di Pietro Liberi; catalogo 1940 maniera di Pietro Liberi; inventario 1950 Pietro Liberio?; W. Arslan Marco Liberi?

Descrizione tecnica

Il dipinto è giunto nell’attuale sede nel 1826 con il lascito di Paolina Porto Godi assieme ad una fantomatica Flora, anch’essa attribuita a Pietro Liberi. Non sembra credibile che quest’ultimo quadro sia identificabile con il dipinto di Marco raffigurante Venere adornata dalle Grazie, anch’esso conservato in Pinacoteca e solitamente ritenuto en pendant con la nostra tela, dal momento che esso proviene dalla quadreria di Carlo Vicentini Dal Giglio (cat. 204 A 306).

Vi è raffigurato l’episodio narrato nel secondo libro di Samuele, con la giovane donna che si appresta a fare il bagno aiutata dalle ancelle. L’assenza della figura di Davide nella composizione, del resto non determinante per l’identificazione del soggetto che molto spesso è stato letto come semplice pretesto per l’esibizione di nudità femminili, ha fatto ritenere che si tratti di un Bagno di Diana; ipotesi, questa, poco credibile, considerato che il personaggio femminile non reca il crescente lunare sulla fronte, consueto attributo della dea. Anche la presenza del messaggero che sopraggiunge portando una lettera - allusione del futuro incontro tra il sovrano e la giovane - è una soluzione tematica che si incontra spesso in altre raffigurazioni seicentesche dell’episodio, per quanto non venga citata nel passo biblico.

In occasione del restauro effettuato negli anni sessanta del novecento, l’opera è stata liberata da ridipinture ottocentesche che coprivano le nudità femminili.

Tradizionalmente ritenuta opera di Pietro dalla letteratura del secondo dopoguerra, nonostante i primi cataloghi della Pinacoteca suggerissero in merito una certa prudenza, è stata attribuita a Marco da Pallucchini, riferimento confermato nella monografia di Ugo Ruggeri. La tavolozza esangue e piuttosto slavata non dovrebbe lasciar dubbi sulla paternità del figlio, a cui rimandano i profili netti e semplificati delle fisionomie femminili che appaiono troppo uniformi per appartenere a Pietro. Sembra ipotizzabile una datazione attorno alla fine del seicento, momento in cui l’artista esegue la pala per la chiesa dell’Aracoeli nella stessa Vicenza (1696).

Bibliografia

Magrini, 1855, p. 52, n. 1 (Pietro Liberi); Ongaro, 1912, p. 102 (maniera di Pietro); Kunze, 1929, p. 185; Arslan, 1934 (maniera di Pietro Liberi, forse Marco), p. ***; Fasolo, 1940, p. 175 (maniera di Pietro Liberi); Barioli, in Il Restauro a Vicenza…, 1972, p. 113, n. 182; p. 151, cat. 59; Ballarin An., 1982, p. 130 (Pietro Liberi); Lanzi [1793-1794], 1989, p. 55; Fantelli, 1989, p. 785; Schiavo2, 1990, pp. 337-338, cat. 6.3 (Pietro Liberi); Avagnina, 1995, p. 79; Barbieri, 1995, p. 103; Ruggeri, 1996, p. 304, cat. M.57; Martini, 1999, p. 15 (collaborazione Pietro e Marco Liberi).

Esposizioni

Vicenza, 1990, pp. 337-338, cat. 6.3.

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