Cristo morto sorretto da un angelo

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AutoreFra’ Semplice da Verona
Periodo(Verona 1589 circa - Verona o Roma 1654 circa)
SupportoTela, 198x113,5
InventarioA 514
Autore della schedaLino Moretti

Descrizione figurativa

Originale composizione pittorica del frate pittore Fra' Semplice da Verona che immagina un Cristo terreo nel colore della morte, abbandonato tra le braccia di un angelo roseo in viso e nelle vesti. Ai piedi del Cristo giacciono la corona di spine ed i tre lunghi chiodi che lo trafissero, mentre dall'ombra alla sua destra si individuano a stento la lancia che gli squarciò il costato e la canna con la spugna con cui si tentò di dargli da bere. L'insieme si impone per la plastica drammaticità del soggetto, appartenente a quelle opere devozionali che avevano il compito di far meditare i fedeli sulla passione di Cristo per condividerne la pietà.

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Iscrizioni

firmato e datato in basso a destra F. SEMPLICE DA VERONA CAPO F. 1634

Provenienza

Este, chiesa di San Giovanni evangelista, fino al 1810; legato Carlo Vicentini Dal Giglio, Vicenza 1834

Restauri

1996, Alda Bertoncello

Inventari

1834: 135. Fra Semplice cappuccino veronese. Cristo morto sostenuto da un angelo, in tela con cornice nera. Lire 360; [post 1834]: 178. Fra semplice Capucino. Cristo morto sostenuto da un angelo, 158; 1854: 158. 2.25. 1.40. Fra Semplice Cappuccino. Cristo morto; [1873]: Stanza Lomazzo, parete II, 53. Fra Semplice da Verona cappucino. Cristo morto soretto da un angelo, segnato 1634; 1873a: c. 3, 44. Fra Semplice da Verona. Gesù Cristo morto soretto da un angelo; 1902: c. 98, 437 (461). 47. Gesù Cristo morto sostenuto da un angelo. Tela [depennato ad olio]. Alto 1.10, largo 1.90. Semplice da Verona. Guasto ed ossidato [corretto su orribile]. Deperita; 1907: c. 46, (461). [Depennato Massimo Verona o] Fra Semplice da Verona pittore cappuccino nato circa il 1600, seguì lo stile del Brusasorci, morì nel 1679. Gesù Cristo morto sostenuto da un angelo. Tela, 1.10x1.90; 1908: 461 (582, 514). Fra Semplice da Verona. Gesù Cristo morto sostenuto da un angelo (tela, 1.10x1.90). Nel 1908 si trova nella seconda stanza a destra. Nell’inventario di consegna della Pinacoteca al Museo dell’anno 1854 porta il n. 158 e le indicazioni: Fra Semplice cappuccino, Cristo morto, 2.25x1.40. Pervenne alla Pinacoteca nel 1834 per legato Vicentini Dal Giglio col n. 135 e le indicazioni: Fra Semplice cappuccino veronese, Cristo morto sostenuto da un angelo, tela con cornice nera, 2.00x1.13; 1910-1912: 514, aggiunta 1954. Numerazione vecchia: 461 Commissione d’inchiesta 1908; 514 inventario 1950. Provenienza: legato Vicentini Dal Giglio 1834. Forma e incorniciatura: rettangolare. Dimensioni: 1.95x1.10. Materia e colore: tela dipinta ad olio. Descrizione: Cristo morto sostenuto da un angelo. Data: secondo padre Redento Dalla Favera Cappuccini Thiene Madonna dell’Olmo legge 1624? Autore: inventario 1950 Frà Semplice da Verona (1589-1654).

Descrizione tecnica

Firmato e datato 1634 in basso a destra. Pervenuto alla Pinacoteca nel 1834 col lascito di Carlo Vicentini Dal Giglio, questo dipinto va identificato con quello che si trovava prima della soppressione napoleonica del 1810 nella chiesa dei Cappuccini (intitolata a San Giovanni evangelista) a Este, dove Brandolese così lo aveva registrato: “Presso la cappella maggiore, v’è appeso al muro un quadro col Salvatore sostenuto da un angelo, dipinto da Fra Semplice da Verona l'anno 1634 come dall'epigrafe, ed è lavoro di qualche conto” (1981, p. 31). È questa un’opera rappresentativa di quei quadri devozionali e pietistici che venivano largamente richiesti dalle chiese e dalle corti al geniale frate cappuccino, che dimostrò in varie occasioni un mirabile talento originale. Fra Semplice fu un pittore di ricca cultura artistica: nella sua formazione incisero profondamente lo studio delle opere di Fetti, conosciuto a Mantova, dove soggiornò dal 1621 al 1623, e dei grandi maestri bolognesi, specialmente di Francesco Albani.

Bibliografia

Moschini, 1809, p.33; Barbieri-Cevese-Magagnato, 1956 p. 286; Donzelli-Pilo, 1967, p.375; Redento d’Alano, 1970, p. 13; Manzatto, 1973, pp. 70-71, ill. 22.1, 22.2.

Quest’opera appartiene al percorso: