Lucrezia romana

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AutoreAlessandro Varotari, detto Padovanino
Periodo(Padova 1588 - Venezia 1649)
SupportoTela, 113x95
InventarioA 99

La virtuosa Lucrezia, moglie del patrizio romano Collatino, si uccide dopo essere stata costretta, con vile ricatto, a soggiacere alle voglie del figlio di Tarquinio il Superbo. La tenda, che si apre come un sipario, proietta un velo d’ombra e di mistero sul volto dell’eroina, a sottolinearne l’espressione tragica e al contempo sensuale, enfatizzata dalla posizione ad arco del corpo che si chiude con il capo languidamente reclinato sulla spalla.

Il dipinto, ricco di raffinatezze coloristiche, presenta una posa inedita nel repertorio del Padovanino, ispirata forse da qualche esempio emiliano conosciuto durante i suoi frequenti viaggi in Italia.

Descrizione figurativa

Questo dipinto di Alessandro Varotari, detto il Padovanino (1588-1649) riprende il racconto dello storico romano Livio, il quale narra che Lucrezia, moglie del nobile romano Collatino, violata con la forza da Sesto Tarquinio, figlio di Tarquinio il Superbo, dopo aver ottenuto la promessa di vendetta, si uccise pugnalandosi. Il popolo romano, appresa la notizia del vile gesto del Tarquinio, insorse, scacciò l'ultimo re e proclamò la repubblica, identificando in Lucrezia il più nobile esempio di fedeltà coniugale e di morigerazza di costumi delle donne romane. Il dipinto si fa notare per l'impianto scenografico, con una tenda rossa che fa da sipario al corpo dell'eroina in primo piano, piegato ad arco, con il capo languidamente reclinato sulla spalla, in una posa al tempo stesso tragica e sensuale.

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