Busto di Bonifacio Poiana

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AutoreAttribuito ad Alessandro Vittoria
Periodo(1560-1570 circa)
SupportoTerracotta, 48x53x32,5
InventarioS 372
Autore della schedaSusanna Zanuso, 2005 - Maria Elisa Avagnina aggiornamento 2013

Descrizione figurativa

Questa scultura in terracotta è stata recentemente attribuita allo scultore trentino Alessandro Vittoria. Prima del restauro, infatti, il busto era rotto all'altezza del collo ed era stato ridipinto con una vernice scura che ne appesantiva i tratti. La condizione in cui si trovava il pezzo non consentiva una chiara identificazione del personaggio ritratto né dell'autore.
Oggi la scultura si presenta integra e senza la vernice scura, mostrando la morbidezza del panneggio all'antica che, dalle spalle, avvolge il personaggio.
Si tratta molto probabilmente di Bonifacio Poiana, committente della villa Poiana di Poiana Maggiore progettata da Andrea Palladio. All'ingresso della villa si trova un busto di Bonifacio Poiana che presenta la stessa fisionomia della terracotta.

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Provenienza

registrato dal 2005

Restauri

2009, Francesca Faleschini

Descrizione tecnica

AGGIORNAMENTO 2013:

Il busto-ritratto mostra affinità fisionomiche con quello presente a Poiana Maggiore, nella villa costruita da Palladio. Entrambe le opere ritraggano il medesimo personaggio, identificato con Bonifacio Poiana, committente dell’edificio e insignito della dignità cavalleresca.

Il mantello avvolgente e a morbide pieghe parallele, dal drappeggio “all’antica”, agganciato alla spalla destra con una fibula, richiama le qualità scultoree di Alessandro Vittoria.

Allo scultore il busto è stato attribuito dopo il restauro, anche sulla scorta di una documentata presenza a Vicenza, e di un'ampia produzione di esemplari in terracotta.

 

SCHEDA 2005:

Il busto è rotto in due pezzi all’altezza del colletto dell’abito del personaggio ritratto. È inoltre ricoperto da uno spesso strato di vernice scura, non originale, che ne appesantisce i tratti del volto. La notevole qualità del modellato, morbido e vibrante, si può ancora riconoscere nel ricco panneggio del manto “all’antica”, agganciato alla spalla destra con una fibbia.

Sul piedistallo compare la scritta “JAC POJANA” sovrapposta allo strato di vernice e dipinta in giallo, non è originale ma, verosimilmente, ripete una più antica iscrizione sottostante.

L’identità del ritrattato è solo in parte confermata dal fatto che un busto dello stesso personaggio si trova al di sopra della porta d’ingresso alla sala centrale della palladiana villa Poiana di Poiana Maggiore (oggi proprietà dell’Ente Ville Venete). Tale busto è pubblicato da Zorzi (1968, pp. 83-89, ill. 140) con un’attribuzione a Bartolomeo Ridolfi, scultore citato dallo stesso Palladio tra gli artisti attivi nella decorazione della villa che, secondo i documenti, era già affrescata nel 1563 (Cevese, 1980, pp. 98-103). Zorzi identificava il personaggio ritratto con Bonifacio Poiana, citato da Vasari (1568) come primo committente dell’edificio.

Il confronto del busto in esame con quello di Poiana Maggiore, non lascia dubbi circa il fatto che le due opere ritraggono lo stesso personaggio: il volto, infatti, è tanto simile da rendere lecito chiedersi se non derivino entrambi da uno stesso modello. Diversa è invece la forma del busto e soprattutto l’andamento del panneggio: squadrato e sommario nel busto di Poiana, avvolgente e a fitte pieghe parallele nel busto del Museo vicentino. Per quanto riguarda quest’ultimo, se ne può rilevare l’affinità d’impianto con il busto di Giambattista Barbarano collocato nel monumento funebre nella chiesa di San Giovanni Battista a Laghetto di Vicenza del 1570 circa, attribuito a Lorenzo Rubini (vedi Binotto, 1999 p. 175).

Se dunque è certo che il busto vicentino ritrae un membro della famiglia Poiana, rimane da chiarire se si tratta di Bonifacio o del misterioso Jacopo indicato nella scritta sul piedistallo. Nel testamento di Bonifacio del 1576 (Zorzi, 1968, pp. 88-89) non compare nessun membro della famiglia con questo nome; d’altra parte Magrini2 (1845, p. LXII) registrava come possessore originario della villa nel 1570 un “Giulio Poggiana”, nome che nella sua abbreviazione “JUL” poteva facilmente essere stato male interpretato da chi aveva copiato l’iscrizione originale del piedistallo.

Bibliografia

inedito.

Quest’opera appartiene al percorso: