Sposalizio mistico di santa Caterina

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AutoreFrancesco Vecellio
Periodo(Pieve di Cadore 1475 - 1560)
Datazione1520 - 1525
SupportoTavola, 65x82,5
InventarioA 76
Autore della schedaMargaret Binotto

Cartellini

s.d.1 N. 76/ Maniera del Cariani/ Sposalizio di S. Caterina; 1949-1950 N. 76/ Maniera metà 500/ Sposalizio di S. Caterina/ 65,5x82,5; 1954 N. 8455

Provenienza

registrato dal 1834

Restauri

1957, Giuseppe Giovani Pedrocco; 1995, Paolo Bacchin

Inventari

[post 1834]: 158. Scuola di Tiziano. La beata Vergine con Bambino e santa Caterina, 83; 1854: 83. 0.80. 0.67. Scuola di Tiziano. Beata vergine col Bambino e santa Catterina; [1873]: Stanza di Pio VI, quarta parete che dà ingresso alla seconda stanza a tramontana, 37. Tiziano nato 1477, morto 1576. Maria vergine col Bambino e santa Catterina; 1873a: c. 4, 37. Scuola veneta. Maria vergine col Bambino e santa Catterina; 1902: c. 47, 220 (210). 212. Maria vergine col Putto e santa Catterina. Tavola ad olio. Alto 0.65, largo 0.80. Maniera del Cariani [corretto su Marco Belli, scuola veneta]. Molto guasto e tarlato. Deperita. Urge riparazione; 1907: c. 23, 212 (210). Maniera del Cariani. Maria vergine col Putto e santa Catterina. Tavola, 0.60x0.80; 1908: 210 (76). Maniera di Giovanni Busi detto il Cariani. Maria vergine col Bambino e santa Catterina (tavola, 0.60x0.80). Nel 1908 si trova nella seconda stanza a sinistra. Nel 1873 si trovava nella stanza del re al n. 37 coll’attribuzione a Tiziano Vecellio. Nel catalogo a stampa del Magrini dell’anno 1855 si trova al n. 23 della prima stanza a tramontana coll’attribuzione: scuola di Tiziano. Nell’inventario di consegna della Pinacoteca al Museo dell’anno 1854 porta il n. 83, l’attribuzione: scuola di Tiziano e le dimensioni 0.80x0.67; 1910-1912: 76 (82). Numerazione vecchia: 210 numerazione della Commissione d’inchiesta 1908; 220 catalogo 1902; 37 catalogo 1873; 23 Magrini catalogo a stampa 1855; 83 inventario di consegna 1854; 76 catalogo 1912; 76 catalogo 1940; 76 inventario 1950. Collocazione: sala dei veneti dei secoli XVI e XVII. Forma e incorniciatura: rettangolare con cornice dorata. Dimensioni: 0.60x0.80; inventario 1950 0.65,5x0.82,5. Materia e colore: tavola a tempera. Conservazione e restauri: 1957 restauro prof. G. Pedrocco: pulitura a fondo con asportazione di restauri alterati e ridipinture, restauro pittorico intonato. Descrizione: Maria vergine col Bambino e santa Caterina. Autore: Marco Belli (catalogo 1902); Tiziano Vecellio (Magrini catalogo a stampa); maniera del Cariani (Commissione d’inchiesta 1908); pervenne con l’attribuzione a scuola del Tiziano; catalogo 1912 maniera del Cariani; catalogo 1940 maniera del Cariani?; inventario 1950 opera di pittore tra Palma e Bonifacio; secondo prof. Heinemann (comunicazione orale 31.7.57) si tratta di Polidoro Veneziano; prof. Fiocco Francesco Vecellio sotto l’influenza bresciana (comunicazione orale 16.7.58).

Descrizione tecnica

Attribuita nel 1834 a scuola di Tiziano, la tavola viene assegnata nei successivi inventari oltre allo stesso Tiziano, a Marco Belli, a Cariani e a Polidoro Veneziano. Arslan (1934) più genericamente pensa a pittore ignoto oscillante fra Palma il Vecchio e Bonifacio de’Pitati. L’assegnazione a Francesco Vecellio avanzata da Giuseppe Fiocco (comunicazione orale, 1958), sembra tuttavia a Barbieri (1962) “la più plausibile a raccogliere, e spiegare, i complessi caratteri di corrente cultura veneto-bresciana dei primi decenni del cinquecento, tipici di questo lavoro”, come pure della tavola A 378 (cat. 131). Lo studioso vicentino la pone in utile confronto con la tizianesca Madonna con il Bambino e i santi Girolamo e Dorotea di Glasgow, Art Gallery (Wethey, 1969, X-21, p. 175) e con lo Sposalizio di santa Caterina già in collezione Cook a Richmond (Wethey, 1969, X, 20, pp. 174-175), ritenuto di Francesco.

La santa, dal profilo molto simile alla Caterina Cook e alla Dorotea di Glasgow, è fra le figure femminili più eleganti create dall’artista cadorino, regale per lo sfarzoso diadema esibito, maestosa nel ricchissimo abito, capolavoro d’arte sartoriale, in cui fasce di tessuto ocra si alternano a inserti di stoffa color oro, decorata da preziosi ramage, punteggati da motivi floreali neri. La predilezione di Francesco per le stoffe preziose si evidenzia inoltre nel tendaggio a righe color ocra, tessute di filamenti dorati, che riflettono a tratti la luce proveniente dal paesaggio.

Il tipo della Vergine con il velo a righe compare anche nella Sacra famiglia con donatore e benedettino del Museo di Padova, attribuito dubitativamente a Francesco e datato alla seconda metà degli anni venti del secolo XVI (Banzato, in Da Bellini…, 1991, p. 136, cat. 61).

Entrambi i volti muliebri sono costruiti per piani vigorosi, definiti da fasci di luce alternati a zone d’ombra, specialmente evidenti sotto le arcate sopraccigliari e nelle fossette profondamente incise sotto le labbra inferiori. Analoga è la tessitura chiaroscurale che movimenta il volto di san Teodoro della portella d’organo di San Salvador a Venezia (Merkel, 1996, p. 25), come pure molto simili nelle due opere a confronto sono le architetture fantasiose, arroccate sugli aspri rilievi alpini. L’esecuzione della nostra tavola dovrebbe cadere fra il 1530 e il 1534, e cioè fra la data di inizio della costruzione del coro della chiesa veneziana di San Salvador, voluta da Girolamo Priuli, e il ritorno di Francesco in Cadore, dopo la morte del padre Gregorio (Merkel, 1996, p. 27).

Bibliografia

Magrini, 1855, p. 55, cat. 23 (scuola di Tiziano); Ongaro, 1912, p. 43 (maniera del Cariani); Arslan, 1934, p. 17 (opera di pittore tra Palma e Bonifacio); Fasolo, 1940, p. 105, n. 76 (maniera del Cariani?); Barbieri, 1962, II, pp. 250-251; Ballarin An., 1982, p.105 (attribuito a Francesco Vecellio).