Suonatrice di chitarra

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AutoreGiulio Carpioni
Periodo(Venezia? 1613 circa - Vicenza 1678)
SupportoTela, 88,3x76,3
InventarioA 57
Autore della schedaFabrizio Magani

È il ritratto di una giovane e ignota dama vicentina dallo sguardo triste e accigliato, che stringe tra le mani una chitarra. La fanciulla, seduta di fianco, mostra, lasciando scivolare lungo il braccio la camicia bianca e il pesante mantello che la avvolge, la spalla nuda e ben tornita e volge il capo verso lo spettatore. L’espressione malinconica e distaccata del suo sguardo è resa dall’artista con acutezza psicologica, anche grazie all’uso della luce intensa e contrastata e all’accostamento di colori freddi e dissonanti.

La tela, risalente probabilmente alla metà degli anni Quaranta del Seicento, è uno dei numerosi esemplari della ricca produzione ritrattistica di Giulio Carpioni che, secondo quanto testimoniato da Girolamo Gualdo (1650), dipingeva le “belle dame della città” affinché gli esponenti delle più illustri e nobili famiglie vicentine potessero conoscere ed apprezzare i suoi lavori.

Il dipinto, letto insieme ad altre due opere di sua mano, l’Allegoria della Pittura del Museo civico di Padova e la Dama col guanto della Pinacoteca vicentina (Inv. A 95), è stato anche interpretato in chiave allegorica: la Suonatrice di chitarra alluderebbe ad uno dei cinque sensi, l’udito, l’altra dama vicentina che tiene con una mano un guanto, rappresenterebbe il tatto, mentre il dipinto padovano si riferirebbe alla vista. Le rose che la giovane qui dipinta porta tra i capelli sono state inoltre interpretate come allusione alla Primavera.

“La misteriosa carica emanata dalla figura è legata al duplice effetto che coinvolge chi ammira il dipinto: realistico come un ritratto e sfuggente come una complicata allegoria” (Pietrogiovanna).

Cartellini

s.d.3 Giulio Carpioni/ Suonatrice/ cat. N. 57; 1946 24926; 1949-1950 N. 57/ Giulio Carpioni/ Suonatrice/ tela 89x76; 1954 8247; targhetta metallica GIULIO CARPIONI/ N. VENEZIA 1611 - M. VERONA 1674 - operò molto a VICENZA/ Suonatrice; su carta bianca, a stampa con inchiostro nero 177 e con inchiostro verde MOSTRA/ DEL/ 600 A VENEZIA/ E NEL VENETO/ VENEZIA 1959; su carta bianca, a stampa con inchiostro nero INTERLINEA/ FINE ART PACKERS/ F.61/ TITOLO DELL’OPERA “LA SUONATRICE DI/ LIUTO” DI G. CARPIONI/ EX CIVICI MUSEI VICENZA; su carta bianca, a stampa con inchiostro nero Mostra della Pittura Italiana del Seicento e Settecento - Comune di Firenze/ 1005; su carta bianca, a stampa con inchiostro nero 57; sul telaio, in alto a matita CASSA 48 XVII

Provenienza

legato Carlo Vicentini Dal Giglio, Vicenza 1834

Restauri

1910, Franco Steffanoni; 1999, Renza Clochiatti Garla

Inventari

1834: 270. Carpioni. Ritratto di donna con chitarra, in tela senza cornice. Lire 144; [post1834]: 235. Carpioni. Ritratto d’un giovine con chittara, 19; 1854: 19. 0.90. 0.77. Carpioni. Ritratto di donna mezza figura; [1873]: Stanza di Pio VI, parete IV che dà ingresso alla seconda stanza a tramontana. 41. Carpioni Giulio nato 1611, morto 1674. La suonatrice; 1873a: c. 4, 41. Giulio Carpioni. La suonatrice; 1902: c. 134, (369). Suonatrice. Tela ad olio. Giulio Carpioni. Alto 0.89x0.75; 1908: 369 (57). Giulio Carpioni. Suonatrice (tela, 0.85x0.75). Nel 1908 si trova sulla scala di accesso al Museo Fantoni. Nel 1873 si trovava nella stanza del re al n. 41. Nel catalogo a stampa del Magrini dell’anno 1855 si trova in sala al n. 34, colle indicazioni: Carpioni, Ritratto di donna. Nell’inventario di consegna della Pinacoteca al Museo dell’anno 1854 porta il n. 19 e le indicazioni: Carpioni, Ritratto di donna, mezza figura, 0.90x0.77. Pervenne alla Pinacoteca nel 1834 per legato Vicentini Dal Giglio con n. 270 e le indicazioni: Carpioni, Ritratto di donna con chitarra, tela con cornice, 0.90x0.75; 1910-1912: 57. Numerazione vecchia: 369 numerazione della Commissione d’inchiesta 1908, 41 catalogo 1873; 34 catalogo 1855; 19 inventario di consegna 1854; 270 n. del legato; 57 catalogo 1912; 57 catalogo 1940; 57 inventario 1950. Provenienza: legato Vicentini Dal Giglio 1834. Collocazione: sala V dei vicentini. Forma e incorniciatura: rettangolare con cornice dorata. Dimensioni: 0.85x0.75; inventario 1950 0.89x0.76. Materia e colore: tela ad olio. Conservazione e restauri: restaurata da Franco Steffanoni nel 1910. Descrizione: Suonatrice di mandolo. Autore: Giulio Carpioni; catalogo 1912 Giulio Carpioni; catalogo 1940 Giulio Carpioni; inventario 1950 Giulio Carpioni [depennato W. Arslan, 1956, p. 17, osserva la somiglianza di quest’opera e dell’altra di cui alla scheda n. 95 con il Martirio di santa Caterina del Carpioni nella chiesa di Santa Caterina, tela datata 24 ottobre 1648, siamo quindi nella fase iniziale “primo tempo plasticheggiante”]. Iconografia: foto Alinari 44467; foto Fiorentini, Venezia, CN 4555.

Descrizione tecnica

Il dipinto gode di una vasta letteratura, che costantemente rinnova la paternità di Giulio Carpioni. Semmai sono le note inventariali del 1902 a sottolineare l’eventualità che si tratti di un quadro di bottega se non addirittura una copia da un esemplare del celebre artista. La tradizionale attribuzione appare oggi indiscutibile, così come è il caso di recuperare le vecchie indicazioni sulla possibilità che si tratti di un ritratto di donna. Margaret Binotto ha giustamente ripreso la testimonianza di Girolamo Gualdo (1650) che, possedendo ben quattro esemplari (sebbene di piccolo formato, su rame e pietra), ben conosceva l’attività di ritrattista di Giulio Carpioni: dipingeva le “belle dame della città” per farsi conoscere dalla nobiltà vicentina. La circostanza sembrerebbe condurre l’impegno ritrattistico agli esordi dell’artista nel capoluogo berico, verso gli inizi degli anni quaranta, con la conseguenza di retrodatare di qualche anno dipinti di analogo genere. Va rilevata, infatti, la discordanza di pareri sulla datazione di opere che, per affinità tematica, possono essere fra loro raggruppate: la Suonatrice, generalmente considerata degli inizi degli anni cinquanta, è stata posticipata una prima volta al 1655-1662, e poi al principio del settimo decennio o ai primi anni settanta, soprattutto per essere stata avvicinata all’Allegoria della pittura del Museo Civico di Padova (per il quale si veda Banzato, in Da Padovanino…, 1997), di recente al centro di ricorrenti puntualizzazioni, alla cosiddetta Dama col guanto dello stesso Museo di Vicenza (cat. 128 A 95) e al Ritratto di signora della Gemäldegalerie di Berlino. Naturalmente per l’esemplare tedesco, la cui attribuzione a Carpioni suscitò le giuste perplessità di Ivanoff alla mostra sulla Pittura del Seicento a Venezia del 1959, vale la paternità di Pierre Subleyras purtroppo non ancora ben recepita e messa a fuoco (Gemäldegalerie…, 1996, p. 116, cat. 2858; Magani, 2001, p. 581). I tre esemplari di sicura autografia sono stati anche interpretati in chiave allegorica, con possibili riferimenti ai sensi, richiamati dalla Dama col guanto che alluderebbe al tatto, dalla rappresentazione della Pittura col significato della vista, mentre l’esemplare in esame si riferirebbe all’udito.

Pur non volendo limitare la portata di una possibile valenza simbolica delle raffigurazioni, un preciso giudizio dovrebbe essere calibrato su elementi certi, mentre alcune suggestive conclusioni non considererebbero abbastanza il peso delle incongruenze nel giustificare la nascita contemporanea dei tre dipinti, come ad esempio la diversità di misure e stile. Soprattutto il quadro padovano mostra la trama di un accordo cromatico generale di straordinaria lucentezza, che nella sostanza sembra il risultato di una differente intonazione pittorica rispetto alla Suonatrice di chitarra, che si avvale di una tensione di luce contrastata, delle tinte fredde e dissonanti tali da contribuire a una sorta di malinconico e introverso accompagnamento all’espressione dell’effigiata. Quasi una lettura “crepuscolare” del possibile ritratto, di gusto sentimentale e insieme di grande invenzione che, con la rappresentazione di una fanciulla pudica colta in posa rovesciata mentre porge in luce la spalla nuda, porta al valore di nobiltà la pittura di genere. L’immagine può dunque nascere dall’impressione reale, con la comprensione del nitore del naturalismo portato alla pratica degli emiliani, a Venezia ben indirizzata dai lavori del fiammingo Nicolas Régnier nei primi decenni del seicento, il che ne dovrebbe anticipare i tempi d’esecuzione non oltrepassando la metà degli anni quaranta, vicino al risultato di un capolavoro come Diana ed Endimione della Banca Popolare Vicentina. La nuova cronologia e le coordinate culturali che tengono conto degli sviluppi di esperienze figurative romano-emiliane potrebbero dare ragione all’intuizione di Andrea Emiliani (1959), che indicava nelle esercitazioni su tema della Suonatrice di liuto del pesarese Simone Cantarini, condotte nell’Urbe entro il 1642, un possibile precedente per il maestro attivo a Vicenza, per il quale fra l’altro in passato si era ipotizzato un viaggio a Roma.

Giulio Carpioni, con gli strumenti di perspicuità ottica propria dei maestri del nord, sembra riconoscersi nelle regole della verosimiglianza percorse da un professionista del ritratto, abbracciando tuttavia quella declinazione dell’espressione assorta e sentimentale che ricorda simili versioni del rinascimento, certamente l’esito del rifarsi ai valori dell’amata tradizione classica; comprese le relative allusioni all’accordo simbolico fra la musica e l’amore di cui anche l’opera in esame può offrire un ineffabile richiamo.

Bibliografia

Magrini, 1855, p. 53, n. 34; Ongaro, 1912, p. 37; Bortolan-Rumor, 1919, p. 151; Tarchiani, 1922, p. 55; Fioccox, 1929, p. 35; Nugent, 1930, p. 329; Bertini, 1931, p. 35; Peronato, 1933, p. 69; Arslan, 1934, pp. 9, 16; Pigler, 1939, p. 235; Fasolo, 1940, p. 108; Pallucchini1, in I capolavori…, 1946, p. 163, cat. ***; Pallucchini2, in I capolavori…, 1946, p. ***, cat. ***; Magagnato, 1949, p. 104; Barbieri, 1952, p. 12; Magagnato, in Barbieri-Cevese-Magagnato, 1953, p. 177; Barbieri1, 1954, p. 169; Barbieri-Magagnato, 1956, p. 180; Sambo, 1957, pp. 63-64, 168; De Logu, 1958, p. 317; Emiliani, 1959, p. 39; Pilo, in La pittura…, 1959, p. 82; Pilo1, 1961, p. 121; Barbieri1, 1962, pp. 46-49; Barbieri1, 1977, p. 610; Pallucchini, 1981, p. 210; Ballarin An., 1982, p. 149; Banzato, in Da Padovanino…, 1997, pp. 143-144; Pietrogiovanna, in Capolavori…, 1998, p. 91, cat. 34, ill. p. 90; Binotto, 2000, p. 281; Pietrogiovanna, in Da Paolo…, 2000, p. 154, cat. 48; Villa, in Palazzo Chiericati…, 2004, p. 25.

Esposizioni

Firenze, 1922, p. 55, cat. 220; Venezia1, 1946, p. 163, cat. ***; Venezia2, 1946, p. ***, cat. ***; Venezia, 1959, p. 82, cat. 123; Kiev, 1998, p. 91, cat. 34, ill. p. 90; Venezia, 2000, p. 154, cat. 48.

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