Tre figure con anfora e piatto

Anche questo secondo disegno è stato attribuito a Giambattista Tiepolo da una perizia di Giuseppe Fiocco, non datata. Come per Il Tempo svela la Verità, non si conoscono i dettagli sulla sua provenienza e si rimanda alla disamina esposta nella scheda precedente (inv. R24).

Il soggetto è di difficile interpretazione: sulla cima di un piccolo colle, una figura abbondantemente coperta cammina di spalle portando un sacco, mentre alla sua destra un anziano orientale incede in senso opposto. All'estrema destra, una figura a torso nudo è seduta dando le spalle all'osservatore, sullo sfondo di alberi e vegetazione, mentre a sinistra sono posate un'anfora e un grande piatto. La figura dell'orientale è accostabile al vecchio raffigurato nel foglio Scherzo di fantasia conservato al Metropolitan Museum of Art di New York (Gianbattista Tiepolo... , 1996, p. 276, fig. 91): si possono notare affinità in merito al copricapo - in entrambi i casi dalla forma allungata con due punte sulla sommità e decorato al centro -, il viso magro e scavato dalla lunga barba, le abbondanti vesti di foggia orientale.

È probabile che questo foglio sia uno dei numerosi schizzi di fantasia realizzati da Tiepolo, denominati Scherzi o Capricci, che talvolta l'artista utilizzava per la realizzazione di alcune opere ad affresco. Alcuni particolari della scena possono trovare un riscontro nella grande tela della Raccolta della manna della chiesa di Verolanuova (Verona): la figura seduta di spalle a torso nudo, pure nel dipinto collocata sulla sinistra, è colta in una leggera torsione verso destra, la testa girata dall'altro lato e il braccio piegato; dietro di lui, un vecchio barbuto dall'alto copricapo ricorda la figura centrale del disegno, come pure l'anfora in primo piano e il piatto, sollevato da una figura collocata sulla destra.

L'autografia del disegno sembra confermata dalla presenza, sul verso, di un piccolo schizzo di capitello con testa di leone, a inchiostro; la pratica di Giambattista di utilizzare i fogli anche sul verso è ampiamente dimostrata e riscontrabile in numerosi fogli della raccolta Sartorio conservati al Museo Civico di Trieste (Vigni, 1942, cat. 170, 180, 203, 227, 250).