Atlante Veneto, Globo Terrestre

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AutoreVincenzo Coronelli
Periodo(Venezia 1650 - 1718)
InventarioAP IV 50
Autore della schedaLaila Olimpia Pietribiasi

L'opera appartiene ad una coppiadi globi.
Consultare anche Inv. AP IV 49

La coppia di globi, concepita in pendant, venne realizzata da Vincenzo Coronelli, celebre cartografo della Repubblica di Venezia, geografo, biografo ed enciclopedista, fondatore dell’Accademia degli Argonauti e autore, tra i suoi numerosi scritti, dell’Atlante veneto, pubblicato tra il 1690 e il 1695. La sua fama lo condusse fino a Parigi, dove venne chiamato dal cardinale d’Estrées a realizzare, tra il 1681 e il 1683, due globi manoscrittidel diametro di quattro metriper Luigi XIV, uno raffigurante la sfera celeste e l’altro la terra. Una volta rientrato a Venezia, Coronelli cominciò a riprodurre a stampa i due prototipi parigini, creando degli esemplari di ridotte dimensioni, che circolarono in tutta Europa. Tra questi anche le due versioni conservate presso il Museo civico di Vicenza, in cui le stampe dei dodici fusi, divisi in ventiquattro, e delle calotte sono incollate sulla superficie di gesso della sfera.

Il primo (è l’edizione a stampa del 1700), raffigura le costellazioni dei due emisferi celesti e la fascia dello zodiaco: si tratta di una rappresentazione convessa della sfera celeste, un tipo di raffigurazione criticata da alcuni cosmografi dell’epoca, che promuovevano la realizzazione di globi concavi, gli unici, a loro dire, che riuscissero ad offrire una visione corretta della volta celeste.

Il Globo terrestre, sostenuto da una struttura lignea analoga a quella che regge la precedente sfera, raffigura invece la terra ed e firmato e datato 1688, ma si tratta in realtà dell’edizione del 1692-1693.

I vari esemplari dei globi, visti come oggetti di lusso e non tanto come strumenti di studio, ebbero un notevole successo e un’ampia diffusione.

Iscrizioni

emisfero meridionale danneggiata IL GENIO / della Virtù / raccomandò / all’Eternità / il nome di / CESARE / Cardinale Eminentissimo / D’ESTREES, / Duca, e Pari di Francia, / mentre fece elaborare / Per / LODOVICO / IL MAGNO / Dal P. Coronelli / Due Gran Globi, / l’Idea dei quali ha poi epilogata / in questi / Per L’ACCADEMIA COSMOGRAFICA / DEGLI ARGONAUTI / l’Anno MDCLXXXVIII / Venezia; emisfero meridionale: molto danneggiata ALLA / SERENISSIMA REPUBBLICA / E / SERENISSIMO PRENCIPE / FRANCESCO MOROSINI / DOGE DI VENETIA / Capitan Gen / da Mare / & C – P. Vincenzo Coronelli M. C. / Cosmografo e suddito / Lettore pubblico – ATLANTE VENETO

Provenienza

dono Biblioteca civica Bertoliana, post 1899 (vedi campo provenienza cat. 333)

Restauri

anni sessata del novecento, ?; 1994, Silvia Arlango

Inventari

1950: B 2357. Vincenzo Comelli, Globo terrestre a colori, carta incollata su cartapesta. Diametro cm 108. Firmato e datato 1688 (si riferisce anche al globo celeste).

Descrizione tecnica

L'opera appartiene ad una coppiadi globi.
Consultare anche Inv. AP IV 49


La sfera terrestre, pendant del globo celeste discusso nella scheda precedente (cat. 333 inv. AP IV 49), alla quale si rimanda per tutte le notizie storiche, artistiche e inventariali, ne ripropone la stessa struttura: base a quattro colonne tornite, con piedi a cipolla, che sorreggono l’orizzonte; crociera sormontata da un disco centrale e un ulteriore sostegno tornito; stessa disposizione del meridiano, in legno rivestito d’ottone. Questo globo è dedicato alla rappresentazione geografica, pertanto i fusi, ventiquattro più due calotte polari, raffigurano la superficie terrestre. Il globo è firmato e datato 1688, ma si tratta di una ristampa di quell’edizione eseguita tra 1692-1693, come si spiegherà più avanti. Lo stato di conservazione è simile a quello del globo celeste, ovvero le parti cartacee sono piuttosto deteriorate, soprattutto nell’emisfero superiore, perdendo inoltre la policromia originaria a causa dell’esposizione diretta alla luce del sole, mentre la base lignea è ben conservata.

Come si è già esposto, il globo terrestre, come il celeste, è la copia ridotta dei magnifici ed enormi globi manoscritti eseguiti per Luigi XIV; in questo caso le lastre di rame per la stampa dei fusi furono incise a Venezia nel laboratorio di Coronelli, presso il Convento dei Frari, con l’aiuto di Filippo Kilian di Augsburg (Scianna, 1998, p. 152; Scianna, 2000, p. 236). La coppia celeste e terrestre da tre piedi e mezzo venne presentata per la prima volta al doge e al Senato di Venezia nel 1688 (Scianna, 1998, p. 152, ma si veda Milanesi, 1999, p. 145, per la data 1689 per il solo globo celeste). Il problema principale nelle edizioni a stampa dei globi di Coronelli è il riconoscimento della corretta datazione. Come nel caso del globo celeste, l’autore rieditava il globo con poche varianti, sempre relative ai cartigli, che divengono così gli strumenti indispensabili per la definizione dell’edizione. L’iscrizione di dedica, piuttosto rovinata, al cardinale d’Estrées è racchiusa in un complesso cartiglio costituito da una piramide sormontata da una sirena bicaudata, arricchita alla base da putti e un medaglione, lasciato vuoto ma destinato al ritratto dello stesso d’Estrées. La seconda iscrizione, anch’essa molto danneggiata, presenta la dedica alla Repubblica di Venezia in un grande cartiglio affiancato dalle figure allegoriche di Venezia in trono accompagnata da donne celebranti il suo trionfo e putti; in un vicino medaglione, parzialmente coperto da un tendaggio che viene sollevato da un putto, compare il ritratto di Coronelli, con la sovrastante iscrizione dedicata ai propri titoli pubblici; sotto compare la piccola dicitura in celebrazione della sua opera più amata, l’Atlante veneto, che pubblicò in tredici volumi tra 1690 e 1695 (Scianna, 1998, p. 165). Proprio l’aggiunta dell’indicazione “lettore pubblico” permette così di avere il primo post quem al 1890, mentre l’iscrizione ATLANTE VENETO sotto il suo autoritratto ci porta alla III edizione a stampa di questo globo terrestre, ovvero al 1692-93 (Scianna, 1998, p. 165). La differente datazione dei due globi non deve stupire in quanto Coronelli non stampava i fusi a coppie ma rieditava il globo terrestre o il celeste a seconda degli aggiornamenti che riteneva necessario proporre.

Bibliografia

Fiorini 1899, p. 352; Armao, 1940, p. 236; Bonelli, 1950, p. 77; Barioli, in Il Restauro a Vicenza…, 1972, p. 132, ill. 214-215; Barbieri, 1995, p. 75; Scianna 1998, pp. 165-167.

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