Ritratto di Francesco Bressan, 1852-1853

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AutoreGiovanni Busato
Periodo(Vicenza 1806 - 1886)
Datazione1852 - 1853
Supportotela, 121 × 97
InventarioA 564
Autore della schedaMargaret Binotto

Iscrizioni

targhetta metallica applicata alla cornice in basso: Francesco Bressan cittadino benemerito / N. 1786 - M. 1868

Cartellini

museo civico vicenza Inventario 1949-1950 / n. 584 / Busato / Ritratto di F. Bressan; su carta rossa, a stampa a inchiostro nero: museo civico vicenza / n. M 22 Busato Ritratto Bressan

Provenienza

dono Francesco Bressan, Vicenza 1868 (BBVi, Comune di Vicenza, Registri di protocollo, reg. 1868, prot. n. 8391 del 1868, set. 25: il dottor Bortolo Verona, esecutore testamentario del fu cavaliere Francesco Bressan, “partecipa il legato a questo Museo dei quadri d’incisioni canoviane e del suo ritratto, e invita per la consegna”; segue risposta del 1868, set. 26 con cui la Giunta municipale accetta il legato e informa la Commissione alle cose patrie; MCVI, Museo, Protocolli, reg. 1, prot. n. 34, del 1868, ott. 9: si riscontra l’avvenuta comunicazione alla Commissione; segue prot. n. 40 del 1868, nov. 14 in cui la Commissione recepisce dalla Giunta il mandato di “adoperarsi affinché il nome del defunto cavaliere Francesco sia sculto sulla lapide del Museo destinata ai donatori”)

Inventari

1873b: Stanza dei ritratti, 78. Cavalier Giovanni Busato (vivente 1873). Ritratto del cavalier Francesco Bressan; 1902: c. 75, 340. Ritratto del cavalier Francesco Bressan. Tela a olio. Alto 1.22. Largo 0.98. Giovanni Busato. Buono. Deperita. Trasportato nella I Sala moderni; 1908: 398 (553, 564). Giovanni Busato. Ritratto di Francesco Bressan. Nel 1908 si trova nella Sala dei moderni. Nel 1873 si trovava nella Stanza dei ritratti al n. 78. Nel 1868 il cavalier Francesco Bressan dona al Museo il suo ritratto con cornice dorata dipinto dal cavalier Giovanni Busato; 1910- 1912: 564 aggiunta 1954. Numerazione vecchia: 564 inventario 1950. Provenienza: dono di Francesco Bressan. Forma e incorniciatura: rettangolare. Dimensioni: 1.21 × 0.97. Materia e colore: tela dipinta a olio. Descrizione: Ritratto di Francesco Bressan. Autore: 1950 Giovanni Busato

Descrizione tecnica

Nell’Indice a stampa delle deliberazioni del Consiglio Comunale di Vicenza del 1868, ott. 29 (p. 86) si verbalizza “l’accettazione del legato del cavalier Francesco Bressan di 183 quadri con cristalli, contenenti incisioni canoviane ed il ritratto ad olio del donatore, eseguito dal pittore Giovanni Busato, da depositarsi presso il civico Museo; e decretato che il nome di Francesco Bressan sia inciso sulla lapide posta nel civico Museo a ricordanza di benemeriti donatori”. La notizia relativa al legato, registrata nel protocollo del Comune di Vicenza il 25 settembre 1868 (vedi campo provenienza) era stata infatti comunicata alla Commissione alle cose patrie dalla Giunta municipale il 9 ottobre successivo (ASCVi, Comune di Vicenza, VIII, Museo, b. “1867-1872”, prot. n. 8806), specificando che “il fu cavaliere Francesco Bressan col testamento 22 novembre 1865 [legava] il proprio ritratto, egregia opera del concittadino pittore cavaliere Busato” con il proposito di “destinarlo a fregio del civico Museo”. Francesco Bressan (Vicenza, 4 luglio 1786 - 17 settembre 1868) ricoprì la carica di podestà nella città natale; fu “uomo colto e amantissimo del bello, visitò in sei viaggi, quasi tutta l’Europa, fatta eccezione del Portogallo e della Russia, e di tutti i suoi viaggi lasciò lunghe e importanti relazioni inedite. Donò alla patria la statua di Andrea Palladio che fu innalzata nella piazza omonima di fianco alla Basilica nel Luglio 1861” (Rumor, 1905, p. 255). Giovanni Da Schio, nell’Appendice a Persone Memorabili (BBVi), ricorda nel 1867 il ritratto in esame, donato dallo stesso Bressan al Museo. Il termine ante quem indicato dallo storico prova che il dipinto fu realizzato “dal vivo”, quando l’effigiato doveva avere circa sessantacinque anni e quindi, a parere di Grandesso, intorno al 1853 a Vicenza, o subito dopo a Torino, “dove il ritrattato, colto e instancabile viaggiatore, poteva benissimo posare per il suo compatriota tornando o partendo per qualche località europea” (2000). L’impianto, come dice Marinelli, riprendendo Grandesso, “è quello dei grandi ritratti del Cinquecento, Tiziano e più ancora Veronese. Eppure la posa scivolosa in diagonale con le gambe accavallate, l’impianto diagonale della loggia stessa, la pittura antiveneta, o meglio non veneta ma piuttosto fotografico-fiamminga, sortiscono un esito insolito e sconcertante, originale alla fine anche nel concerto ottocentesco”(2003). Il ritratto Bressan, per gli straordinari effetti materici “come il lucido della pelle e del legno e del fazzoletto sulla consolle” (Marinelli), per i sorprendenti cangiantismi delle stoffe e per l’impostazione dello spazio con l’apertura paesaggistica retrostante l’effigiato, può essere inserito in un gruppo di ritratti, stilisticamente omogenei, documentati dalle ricerche di Brandellero al 1852, quindi nel periodo immediatamente precedente la fuga precipitosa di Busato in Svizzera, avvenuta nella notte fra il 12 e il 13 luglio: mi riferisco alla duplice versione del ritratto di Luigia Vaccari Curti (Vicenza, collezione privata), di Giovanni Curti (Vicenza, collezione privata), del farmacista vicentino Domenico Curti (Vicenza, collezione privata) e di Don Luigi Caburlotto (Venezia, Casa generalizia delle Figlie di San Giuseppe) (2001-2002, pp. 57-59).

Bibliografia

Da Schio, Persone Memorabili, Appendice, XIX secolo, BBVi, ms. 3402, c. 382; Elenco doni, 1868, p. 86; Antonibon, 1887, p. 23; Indice delle deliberazioni prese dal Consiglio Comunale di Vicenza dal 13 Luglio 1866 a tutto l’anno 1884, Vicenza 1886, p. 86; Cevese, 1952, pp. 140-141; Grandesso, in Musei Civici di Vicenza, 2000, p. 90 cat. 23; “Kos”, 2000, fig. a p. 57; Brandellero, 2001-2002, pp. 61-62; Brandellero, 2003a, p. 665; Marinelli, 2003b, pp. 290-292; Zompero, 2010-2011, pp. 111- 113; Cinque secoli di volti, 2012.